Non voglio tornare sulle questioni di comunicazione e sulla difficoltà dei cittadini di seguire le regole perché a volte queste sembrano confusionarie.
Voglio rivolgermi agli altri, a chi sente il profumo della primula primaverile del vaccino e a chi la vede già fiorire: chiudete gli occhi e osservate prima un minuto di silenzio per i tanti, troppi, che ogni giorno continuano a non farcela.
Mi rivolgo a chi ancora dice che è come un'influenza, perché magari l'amico del cugino del cognato della zia l'inverno scorso ha avuto il raffreddore e non ha sentito gli odori per qualche giorno.
Se oggi (ormai ieri) vi siete persi un dato, sappiate che il 2020 avrà verosimilmente per il nostro Paese, un numero di morti che ricorda solo il lontano 1944 in piena seconda guerra mondiale. Non lo dico io, ma il presidente dell'Istat.
Se non ci credete, cercate di parlare con chi c'è passato con chi ha avuto il Covid, purtroppo ce ne sono parecchi in giro che se la sono vista brutta. E se dopo questo dato e dopo un'eventuale testimonianza avete ancora voglia di festeggiare - andando oltre il sacrosanto diritto di vivere queste feste nell'essenzialità e nella speranza di un futuro migliore - beh, pensate a chi avete attorno e rendetevi conto che in ogni gesto fuori dal protocollo rischiate voi e fate rischiare gli altri.
Se malauguratamente ancora non avete colto il problema enorme che sta vivendo il mondo nella sua contemporaneità, lasciatevelo dire: siete consapevolmente degli incoscienti. Perché avete la fortuna di vivere in uno stato di diritto che tutela anche voi, anche se voi che a quanto pare non sapete tutelare né voi stessi né chi avete attorno.