Quando si
pensa a una “casa”, si fa riferimento a un luogo fisico, a delle mura. Ed è per
tale motivo che il comitato promotore per la Casa della Cultura a Fondi ha il
fine di vedere realizzato uno spazio reale, possibilmente all’interno di una
struttura pubblica, dove associazioni, cittadini e artisti possano incontrarsi
quotidianamente ed immaginare, organizzare e promuovere le attività culturali per
il comprensorio. Ovviamente non è facile immaginare o adibire uno spazio –
specie se pubblico – a qualcosa che apparentemente non dà un ritorno diretto
alla città, se non in ambito culturale.
È proprio per tale motivo che il
comitato, composto da oltre venti associazioni locali e sostenuto da decine e
decine di cittadini, continua a ribadire che la Casa della Cultura è già nata e
che seppure non ha ancora trovato uno spazio fisico in cui abitare, sta occupando
quello metafisico, nell’idea di fare rete, di collaborare, di agire per la
promozione e la valorizzazione del territorio. Dopo un percorso avviato ad
inizio dell’estate scorsa su stimolo dell’associazione Obiettivo Comune, in
tanti hanno iniziato a prendere parte al gruppo di lavoro che si è trasformato
nel giro di poco tempo in un comitato. Un evento, quello dello scorso 14
settembre al castello di Fondi, ha segnato il passaggio dall’auspicabile al
reale. Il comitato ha presentato il manifesto di intenti che unisce
associazioni e cittadini e che permette a chiunque lo voglia di sostenere
questa idea, diventando “Amico della Casa della Cultura” e partecipando ad
assemblee pubbliche come quella che si è svolta ieri presso la sala Lizzani nel
complesso di San Domenico. La cultura è anche scambio, sintesi e confronto. Con
questo spirito, oltre che con un calendario di iniziative natalizie e con la
continua presenza attiva agli eventi delle associazioni del comitato, che la
Casa della Cultura prende ogni giorno più piede sul territorio di Fondi e non
solo. L’idea, sicuramente spendibile anche altrove, inizia ad allargare
dibattiti ed mostra interesse anche in altre realtà della provincia e persino
in altre aree geografiche della penisola.Avvenire - Lazio Sette