26 ottobre 2019
di Simone Nardone
È il paradosso della vicenda politica del capoluogo di provincia, che, dopo un tira e molla durato mesi e mesi, ha celebrato – non senza polemiche – il matrimonio amministrativo tra Latina Bene Comune e il Partito Democratico.
Alessandro Patti e Alessandra Bonifazi secondo quanto emerso negli ultimi giorni dovrebbero essere i nomi indicati dai Dem per entrare nella Giunta di Latina presieduta da Damiano Coletta, facendo fare all’Amministrazione una virata dal mondo civico verso il centrosinistra. Al primo potrebbe andare la delega all’Urbanistica, alla seconda quella alle Attività Produttive.
Come si diceva non senza polemiche, perché le opposizioni tuonano sul nuovo accordo. da Fratelli d’Italia il consigliere comunale e senatore Nicola Calandrini accusa “Lbc ha finalmente gettato la maschera”, chiedendo al primo cittadino di riferire in consiglio in merito alla scelta politica effettuata. Anche la Lega con il coordinatore locale Armando Valiani sferza: “L’inciucio tra Lbc e Pd per l’ingresso del Partito Democratico nella fallimentare giunta Coletta è l’ennesimo accordo al ribasso per spartirsi gli ultimi incarichi e le ultime poltrone”. Anche dal resto del centrodestra non stanno a guardare e con una nota congiunta a firma del capogruppo di Forza Italia nel Comune di Latina Giorgio Ialongo e il capogruppo del gruppo misto della Regione Lazio Antonello Aurigemma si commenta quanto accade nel capoluogo pontino con toni tutt’altro che sereni: “I cittadini vengono ‘truffati’ dal sindaco Coletta”.
Ma la questione lascia strascichi anche nel Partito Democratico, nonostante l’ingresso in maggioranza. Vi avevamo parlato delle frizioni in seno ai Dem sulla scelta dei nomi, tra chi voleva una presa di posizione “politica” e chi invece, era d’accordo alla soluzione proposta da Coletta su nomi “sganciati” dai dirigenti locali.
Il presidente provinciale del Pd Mauro Visari anche ha mostrato tutto il suo malessere per l’indicazione di Patti e Bonifazi, precisando come sia stata una mera spartizione di poltrone – il primo in quota Cozzolino, la seconda indicata da Moscardelli – e spiegando: “Questi assessori non mi rappresentano, questo non è l’accordo che auspicavo e per il quale ho lavorato, chi l’ha concluso non l’ha fatto in nome e per conto mio ma solo per il proprio interesse politico personale”.
Non si sono fatte attendere le repliche. Ad intervenire in queste ore, il consigliere regionale Enrico Forte che ha dichiarato: “Le esternazioni di queste ore, seppur legittime, da parte di importanti esponenti democratici, rischiano di snaturare lo spirito con cui tutti abbiamo approcciato a questo lungo percorso: le scelte sono state condivise e discusse a tutti i livelli: la segreteria regionale, provinciale e comunale”.
A rispondere in modo duro alle polemiche sollevate da Visari anche il segretario regionale del partito di Zingaretti Bruno Astorre che ha accusato: “Esprimere critiche è legittimo ma all’interno del partito. Intervenire come ha fatto Visari non è accettabile anche in ragione del ruolo che ricopre”.