30 agosto 2019
di Simone Nardone
È davvero una costante, una piacevole costante culturale dell’estate fondana, l’appuntamento promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Ma soprattutto è e rimane un momento alto di discussione, di dibattito con figure di primissimo piano sul panorama italiano.
Nella serata di giovedì, nella consueta cornice del chiostro di San Domenico, il professor Andrea Riccardi, già Ministro della Repubblica e cittadino onorario di Fondi, ha discusso, insieme a al vescovo di Gaeta Monsignor Luigi Vari con gli autori del volume edito da Laterza “La coscienza e la legge” di Raffaele Cantone e Monsignor Vincenzo Paglia. Proprio il professor Riccardi ha introdotto ai lavori, commentando il volume e citando diversi passaggi scritti dai due in quello che è, come spiegato da Riccardi: “Un lungo botta e risposta su tematiche profonde come la giustizia e la misericordia”.
Foto di Vincenzo Bucci
A prendere la parola, per i saluti istituzionali, anche il primo cittadino di Fondi Salvatore De Meo e il dirigente del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi Raniero De Filippis. A Monsignor Paglia il compito di entrare in alcune tematiche del volume, poi l’intervento più atteso, quello del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone che ha parlato di giustizia e legge facendo notare come a volte il confine tra ciò che è giusto e legittimo può essere molto distante: “Se facessimo oggi le esecuzioni in piazza – ha spiegato in modo provocatorio Cantone – ci sarebbe più gente di quella che c’è stasera, perché abbiamo fatto passare che la vendetta è giusta”. E di gente nel chiostro di San Domenico ce n’era abbastanza.
Poi, nel corso del suo intervento, Cantone ha lanciato altre provocazioni sottili, come quella: “I gerarchi nazisti si difesero spiegando che avevano rispettato la legge”. Ma è andato anche oltre, provando a fare riferimento a quale potrebbe essere la via maestra per capire quando una legge è giusta o meno, mettendo anche in guardia dal concetto di “disobbedienza civile”: “I riferimenti che dovremmo avere per capire se una legge è giusta o ingiusta è il rifarci ai grandi diritti umani mondiali”. Per poi lasciare come monito e anche come sfida per il futuro, la questione delle percezioni. Percezioni come quelle dei reati, che i numeri ci dicono che sono in diminuzione ma che la percezione ci fa apparire una realtà rovesciata: “La nostra sfida è quella di cercare spiegare che bisogna dare risposte alle percezioni, evitando di dare alibi”.