5 ottobre 2018
di Simone Nardone
Nessun candidato alternativo a Moscardelli. Ma domenica l’asseblea Pd sarà tutt’altro che una passeggiata per la maggioranza Dem che porta il nome dell’ex senatore per la successione a Salvatore La Penna.
Se qualcuno si domandava se ci fosse coesione sul nome di Moscardelli, oggi è arrivata una risposta chiara e netta della minoranza, che non solo probabilmente non è d’accordo sul nome, ma soprattutto sulle dinamiche di quello che seppur non è un congresso, forse, meritava un po’ più di quella che appare come una semplice ratifica. Difficile credere che alla luce delle dichiarazioni di Forte e compagni ci sarà un passo indietro di Moscardelli, seppur stando a quanto filtrava da ambienti vicini alla maggioranza Dem, l’ex senatore puntasse ad un investitura condivisa.
Ma le accuse mosse dalla minoranza sono pesanti: “Domenica prossima si apre un semplice seggio elettorale, senza discussione, senza confronto e senza nessun esame di coscienza rispetto a scelte che, nella gestione dell’ultima segreteria, hanno portato il Pd a rasentare l’irrilevanza politica”.
Accuse che Forte trasforma nel suo post in una proposta concreta, già lanciata in mattinata durante l’incontro con la stampa: “È prevista, a breve, un’assemblea pubblica nella quale vogliamo coinvolgere tutte le persone, e i giovani in particolare, che credono ancora nei valori che sono alla base del sentirsi davvero democratici”.
Un nuovo solco divide ancora una volta la dirigenza provinciale del Pd. Verso un’assemblea di domenica, che, salvo imprevisti e colpi di scena eleggerà Moscardelli segretario, ma a quale prezzo e con quali strascichi, per un soggetto politico che rischia di rimanere marginale nello scacchiere politico provinciale.