Entrare al Foro Italico, per chi è innamorato di sport è sempre interessante e emozionante. Saranno quei colori pastello, che partono dalla terra rossa e arrivano alle sfumature di azzurro del cielo romano. Sarà il silenzio della partita giocata e l’esplosione del pubblico quando gioca un campione. Sarà che lo sport in televisione continua spesso a non essere filtro di valori, e il tennis invece, è una lezione di vita e di cultura dell’avversario.
La dimostrazione che il torneo, l’ambiente e lo sport funziona, è che gli Internazionali BNL d’Italia negli ultimi anni hanno avuto un pubblico in costante aumento e che tutti i campi sono pieni di scuole e bambini. Le famiglie e non solo, escono dagli stadi di calcio, ma entrano in quelli di tennis.
Il clima, comunque lo fanno anche le partite e i campioni. Quando i numeri uno al mondo vengono a Roma e dicono di essere innamorati del pubblico e della città, ci vuole solo il tocco della racchetta a fare il resto. Così capita che entri al Foro mentre il numero uno italiano sta letteralmente distruggendo il numero 11 al mondo in un Pietrangeli stracolmo, con un pubblico che fa quasi sembrare che in campo si giochi due contro uno. E poi lui, Re Roger che fa innamorare di tennis anche gli atei di questo sport. Vedere sul centrale Federer è un po’ come aver visto tutto. Di sicuro non il miglior Federer di sempre, ma la forza, l’eleganza, lo stile, il talento si vede, si percepisce. Poi lo speaker fa il resto quando ricorda un palmares che lo ha visto per oltre 4 anni e 237 settimane consecutive numero uno del ranking Atp e 7 volte re di Wimbledon, 17 titoli dello Slam conquistati, e 85 tornei vinti in carriera. Vedere Roger Federer giocare a tennis e come vedere o aver visto dal vivo Valentino Rossi su una moto, Eddie Merckx su una bici, o Tiger Woods son una mazza da golf in mano, percepisci che stai assaporando – perché sei là a due passi – un pezzo di storia di quello sport.