martedì 18 novembre 2014

Io voto il Presidente

Ci risiamo. Come si avvicina una scadenza elettorale riesplode il toto nomi. Questa volta, però, è tutto più curioso e surreale, visto che si parla del Presidente della Repubblica, che tra l’altro, non si è ancora dimesso.

DIMISSIONI. Ci saranno, non si sa quando - probabilmente a fine anno - ma ci saranno. Si potrebbe parafrasare in questo modo la timida risposta del Quirinale nei giorni scorsi sulle voci di dimissioni di Giorgio Napolitano. Molti sostengono che ciò avverrà nel consueto discorso alle Camere a metà dicembre, ma molto probabilmente – si parla solo di annuncio, quelle ufficiali arriveranno comunque dopo – ciò non avverrà prima del discorso di fine anno alla nazione. La più alta carica istituzionale non può lasciare periodi di vacanza, se non quelli previsti nella transizione, a maggior ragione durante il semestre a guida italiana dell’Unione Europea. Dunque, siamo sicuramente agli sgoccioli della Presidenza Napolitano, ma forse, per le dimissioni bisognerà attendere il 2015.


GLI SCENARI. Tutti sono ora alla ricerca del successore, facendo i conti con le immagini scandite nelle menti degli italiani: la pagina più triste della democrazia nostrana al momento della difficile rielezione di Napolitano, e quella più comica e irriverente di avere un Capo di Stato simile al Giuseppe Garibaldi impersonato da Claudio Bisio nel film “Benvenuto Presidente”.
La verità è che il Partito democratico ha la pretesa di mettere su quello scranno un proprio uomo, ma sa anche che senza l’appoggio di almeno una delle altre forze politiche non ci può riuscire. Quindi se da una parte si guarda agli alleati di governo, dall’altro è d’obbligo per i democrat strizzare l’occhio a Forza Italia e stringere la mano ai Cinque Stelle, sapendo che con entrambe potrebbe essere quanto meno difficile trovare un’intesa su un nome.

I NOMI. Nel giro di qualche giorno se ne sono fatti già molti. Alcuni più politici: dal già “scartato” Prodi, a Veltroni, passando per Amato. Altri sono quelli sulle figure dei senatori a vita: come l'ex tecnico Monti. Ancora altri sono quelli che si rincorrono sul web, su blog, social network ed altro come il maestro Muti. Oppure la curiosa iniziativa digitale che vede come protagonista indiretto il noto conduttore televisivo Piero Angela.

UNA SOLUZIONE. A mio modesto parere credo che il passaggio istituzionale stia arrivando in un momento politico opportuno, in cui c’è una tiepida, ma bensì costante stabilità politica, ma nella quale nessuna forza politica può permettersi di eleggere il “proprio” presidente, senza l’apporto delle opposizioni. Pertanto va ricercata una figura alta, per spessore personale e professionale, che incarni in se i valori propri dell’Italia. Una figura che, oltre che piacere all’italiano medio, sia anche ben vista dal mondo imprenditoriale come anche da quello politico, che coniughi l’eccellenza del made in Italy con il ruolo istituzionale che la più alta carica dello Stato possa rappresentare. Qualcuno che si sia interessato di Politica, anche senza aver seduto in Parlamento. Qualcuno – o qualcuna – che garantisca il senso istituzionale, di quella carica. Un identikit che a mio modesto – e praticamente quasi nullo – parere, permetterebbe di superare divisioni politiche e interessi di lobby economiche. Malgrado si tratti di un’elezione indiretta, infatti, penso che sempre più in mondo “veloce” nel quale noi cittadini pretendiamo una democrazia che spesso viene specificata come diretta, dovremmo avanzare proposte da mettere sul tavolo. Proposte che devono essere argomento di dibattito per le forze politico-parlamentari e che portino a un solo nome, il più condiviso possibile.

Un nome che a mio avviso potrebbe corrispondere a quello di Luca Cordero di Montezemolo