Ci risiamo. Come si
avvicina una scadenza elettorale riesplode il toto nomi. Questa volta, però, è
tutto più curioso e surreale, visto che si parla del Presidente della
Repubblica, che tra l’altro, non si è ancora dimesso.
DIMISSIONI. Ci saranno, non si sa quando - probabilmente a fine anno - ma ci
saranno. Si potrebbe parafrasare in questo modo la timida risposta del
Quirinale nei giorni scorsi sulle voci di dimissioni di Giorgio Napolitano.
Molti sostengono che ciò avverrà nel consueto discorso alle Camere a metà
dicembre, ma molto probabilmente – si parla
solo di annuncio, quelle ufficiali arriveranno comunque dopo – ciò non
avverrà prima del discorso di fine anno alla nazione. La più alta carica
istituzionale non può lasciare periodi di vacanza, se non quelli previsti nella
transizione, a maggior ragione durante il semestre a guida italiana dell’Unione
Europea. Dunque, siamo sicuramente agli sgoccioli della Presidenza Napolitano,
ma forse, per le dimissioni bisognerà attendere il 2015.
GLI
SCENARI. Tutti sono ora
alla ricerca del successore, facendo i conti con le immagini scandite nelle
menti degli italiani: la pagina più triste della democrazia nostrana al momento
della difficile rielezione di Napolitano, e quella più comica e irriverente di
avere un Capo di Stato simile al Giuseppe Garibaldi impersonato da Claudio
Bisio nel film “Benvenuto Presidente”.
La verità è che il Partito
democratico ha la pretesa di mettere su quello scranno un proprio uomo, ma sa
anche che senza l’appoggio di almeno una delle altre forze politiche non ci può
riuscire. Quindi se da una parte si guarda agli alleati di governo, dall’altro
è d’obbligo per i democrat strizzare l’occhio a Forza Italia e stringere la
mano ai Cinque Stelle, sapendo che con entrambe potrebbe essere quanto meno
difficile trovare un’intesa su un nome.
I
NOMI. Nel giro di
qualche giorno se ne sono fatti già molti. Alcuni più politici: dal già “scartato”
Prodi, a Veltroni, passando per Amato. Altri sono quelli sulle figure dei
senatori a vita: come l'ex tecnico Monti. Ancora altri sono
quelli che si rincorrono sul web, su blog, social network ed altro come il maestro Muti. Oppure la curiosa iniziativa digitale che vede come protagonista indiretto il
noto conduttore televisivo Piero Angela.
UNA
SOLUZIONE. A mio modesto
parere credo che il passaggio istituzionale stia arrivando in un momento
politico opportuno, in cui c’è una tiepida, ma bensì costante stabilità
politica, ma nella quale nessuna forza politica può permettersi di eleggere il “proprio” presidente, senza l’apporto
delle opposizioni. Pertanto va ricercata una figura alta, per spessore
personale e professionale, che incarni in se i valori propri dell’Italia. Una
figura che, oltre che piacere all’italiano medio, sia anche ben vista dal mondo
imprenditoriale come anche da quello politico, che coniughi l’eccellenza del
made in Italy con il ruolo istituzionale che la più alta carica dello Stato
possa rappresentare. Qualcuno che si sia interessato di Politica, anche senza
aver seduto in Parlamento. Qualcuno – o qualcuna
– che garantisca il senso istituzionale, di quella carica. Un identikit che a
mio modesto – e praticamente quasi nullo
– parere, permetterebbe di superare divisioni politiche e interessi di lobby
economiche. Malgrado si tratti di un’elezione indiretta, infatti, penso che
sempre più in mondo “veloce” nel
quale noi cittadini pretendiamo una democrazia che spesso viene specificata
come diretta, dovremmo avanzare
proposte da mettere sul tavolo. Proposte che devono essere argomento di
dibattito per le forze politico-parlamentari e che portino a un solo nome, il
più condiviso possibile.
Un nome che a mio avviso
potrebbe corrispondere a quello di Luca
Cordero di Montezemolo.