venerdì 6 dicembre 2013

Scompare un simbolo, il mondo si commuove

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Venerdì 06 Dicembre 2013 13:08

Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”. E che sognatore era Nelson Mandela.

Talmente sognatore che lo potremmo quasi definire un pazzo, un folle. Un uomo che pensava si potesse stravolgere la legge, la cultura, la storia di un Paese, il Sud Africa e di gran parte del mondo. Un uomo che ha avuto la presunzione - se così si può chiamare - di dire che l’apartheid, la separazione razziale non poteva funzionare, perché una società senza giustizia sociale non poteva essere considerata società.

La sua battaglia, passata dalla persecuzione al carcere e culminata con la presidenza del paese che amava, è stata e rimane tutt’ora un sigillo di una lotta vera, di come una rivoluzione culturale di un popolo e di un paese passa nell’arco di almeno una generazione. Quella generazione oggi non c’è più, nei principali attori e nell’uomo che ha rappresentato un simbolo di quella lotta. Non c’è più, probabilmente, perché ha compiuto completamente il suo compito.

Madiba, questo il nomignolo con cui era riconosciuto nel proprio clan di appartenenza, lascia comunque un vuoto, il vuoto della sua presenza. Il vuoto di un uomo che per la sua convinzione e caparbietà ha cambiato il destino culturale della società mondiale, colpita e affascinata dalla sua storia, dal suo volto.

Quando si spegne un uomo che ha segnato un`epoca e il mondo, la storia per un attimo si sente svuotata. Addio Mandela

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