domenica 29 settembre 2013

Il giorno del giudizio

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Scritto da Simone Nardone   
Mercoledì 18 Settembre 2013 
Ci siamo. Anzi, ci risiamo. Oggi (18 settembre), l’Italia si ferma, perché siamo di fronte all’ennesimo “giorno del giudizio”.

Questa sera alle ore 20,30 la giunta per le elezioni e le immunità del Senatosarà chiamata al primo voto sulla decadenza da Palazzo Madama di Silvio Berlusconi.

Il punto non è la questione politica, probabilmente importante, ma non di vitale importanza per i più. L’ennesimo giorno del giudizio ripropone uno dei nodi fondamentali che sono alla base dei problemi dell’Italia di oggi: la questione giustizia. Uno dei tre poteri fondamentali dello stato continua ad  essere immerso nel caos immischiato nella non certezza della pena, che spesso frena anche gli investitori stranieri.

La domanda che più semplicemente verrebbe da porsi è: nel paese che istituisce processi mediatici per i furti al supermercato come per l’omicidio seriale, possibile che dopo tre gradi di giudizio abbia ancora bisogno di “giorni del giudizio”?

Qualcuno potrebbe sintetizzare che di fatto la sentenza in Cassazione è un qualcosa di definitivo e che ora si sta parlando di altro, e in effetti a norma di legge è proprio così. Però poi ci ritroviamo all’ennesimo “giorno del giudizio”, l’ennesimo ma non l’ultimo. Indipendentemente da quale sarà il voto stasera in giunta, infatti, ci dovrà essere comunque un’ulteriore voto in aula. Poi sarà la volta della Corte di Strasburgo e questa storia giudiziaria da una parte e politica dall’altra andrà avanti ancora per diverso tempo.

Evidentemente a noi italiani piace essere il paese che ha più anni di processo, gradi e giorni di giudizio che pene da scontare.

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