Una gran serata quella di mercoledì al monastero di San Magno, vissuta con sincerità, partecipazione e affetto sul tema della fraternità, in compagnia del cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e delegato di Papa Francesco a mediare sulla pace tra Russia e Ucraina.
Tante le persone, circa 700 come ha spiegato il vescovo di Gaeta Luigi Vari, che hanno ascoltato in religioso silenzio, la coinvolgente testimonianza nell’evento diocesano di Dabar.
Il percorso per ridare potere alle parole, nel corso degli appuntamenti estivi, come ha ricordato anche il moderatore Claudio di Perna, si ripropone di incontrare personalità facendosi coinvolgere dalla loro testimonianza.
Così è stato ieri sera per le tantissime persone in platea, tra cui anche gli amici della Comunità di Sant’Egidio, da sempre legati sia al cardinal Zuppi che a Fondi. “Dobbiamo ringraziare papa Francesco – ha spiegato Zuppi rispondendo alle domande – perché ci dà l’esempio di cos’è la fraternità che alla fine nient’altro è che il contrario della guerra”.
Tanti gli spunti di riflessione emersi durante la serata, sia sulla questione della “fraternità“, ma anche della Chiesa, e del percorso che sta vivendo durante il sinodo: “La Chiesa italiana – ha ribadito Zuppi – vive una nuova alba, ma attenzione, ciò non vuol dire che non dobbiamo porci tante domande o che dobbiamo illuderci che non esistono le sirene dell’individualismo”.
Ovviamente, il presidente della Cei è tornato anche sulla questione che lo ha visto in Ucraina, in Russia, poi in Usa e prossimamente in Cina: ovvero il tema della ricerca del dialogo per giungere alla pace in Ucraina: “Sull’esempio del Papa, dobbiamo insistere tantissimo sul discorso della pace, anche perché continua a morire troppa gente”.