giovedì 12 novembre 2015

Prove elettorali? Nasce Sinistra Italiana, la destra si ricompatta

Se ci si prova a guardare intorno nel panorama politico italiano, sembra che si stia disegnando uno spaccato simile a quello agli albori della Prima Repubblica. I partiti più grandi continuano nella loro azione di governo o di ferma opposizione, mentre le altre formazioni giocano a trovare la giusta collocazione politica, tentando di individuare la strategia migliore per non rischiare di rimanere tagliati fuori dal Parlamento.

RINASCE L’IDENTITA’ DI SINISTRA

La nascita di Sinistra italiana va proprio letta in tal senso. Non un partito vero e proprio al momento, ma dei gruppi parlamentari che mettano insieme gli esponenti di Sel con la frangia dei dissidenti fuoriusciti dal Pd. Il contrario dell’ideale di partito che nasce dalla base non venendo calato dall’altro. Oggi non rimaniamo sconvolti per l’ennesima decisione nei palazzi, ma semmai fa riflettere che avviene nella casa di chi quell’ideale di partito l’ha coltivato e ne ha fatto uno stile di vita nella Prima Repubblica. La questione di Sinistra Italiana, anche alla luce della nuova legge elettorale, non è solo politica. Certo, molti della frangia dei fuoriusciti dal Pd, potrebbero trovarsi più vicini alle sensibilità di Sinistra Ecologia e Libertà, che al progressismo liberale di cui spesso si colora il governo Renzi. Ma mettere insieme delle esperienze diverse, oggigiorno che i partiti sono sempre più fluidi, ha anche un senso molto più di realpolitik. Dopo tutto, per vincere le elezioni, o in alcuni casi minoritari per non perderle, bisogna fare i conti con i voti, con i numeri. Conti che hanno fatto anche gli esponenti del nuovo soggetto politico, che non vogliono permettersi il lusso di rischiare di rimanere al di sotto di quella soglia del 3%. Uno sbarramento basso se vogliamo, ma che con una legge elettorale che dà il premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione, darà all’elettore l’impressione di non poter “disperdere” il voto, facendolo così confluire verso chi si riterrà avere realmente la possibilità di concorrere alla vittoria elettorale. Ovvero chi può arrivare al 40%, o in alternativa a chi pensa di poter arrivare secondo e giocarsi tutto all’eventuale turno di ballottaggio. In quest’ottica, forse, Sinistra Italiana che dopo tutto rappresenta una fascia politica di cui gli elettori rischiavano di sentirsi orfani, pecca nel non avere un leader riconosciuto. La non adesione di Civati, di Landini e se vogliamo anche di Bersani, rischia di inficiare questo processo.

TORNANO I CARTELLI ELETTORALI A DESTRA

A destra, invece, da Bologna abbiamo visto un trittico non di certo inedito, ma nuovo per il periodo che stiamo vivendo. Sul palco la Meloni a rappresentare la destra storica italiana, Berlusconi che cerca come può di tornare nell’agone politico e Salvini che tenta di diventarne il nuovo leader. Tutti ad osannare oltre l’anti-renzismo, anche un’esaltazione dei propri colori politici, che in realtà però, potremmo intuire che sbiadiranno dietro qualche cartello elettorale. Che sia dopo il primo luglio 2016 (data di entrata in vigore dell’Italicum), o nel 2018 (anno di scadenza del mandato parlamentare), il centrodestra se vuole avere la possibilità di concorrere a vincere le elezioni dovrà sicuramente ricompattarsi. Ma con un Pd che guarda sempre più ai moderati che fuggono da Forza Italia e un Movimento 5 Stelle sempre in ascesa, tentare di arrivare primi o secondi per la lista della Lega, dei forzisti o addirittura di Fratelli d’Italia è difficile, quasi impossibile se si considera sempre che il premio di maggioranza viene dato alla lista e non alla coalizione. L’unica strategia è riprendere quel “NOI” magari facendolo seguire da “Con Salvini”, o un altro nome e un altro slogan, e sotto quel cartello trovare la casa di tutto il centrodestra. Questa appare l’unica strategia percorribile, poco identitaria e molto fluida se vogliamo, in completa opposizione con la scelta di Sinistra Italiana. Ma forse l’unica strada da percorrere per Berlusconi, la più facile per la Meloni e la più ambiziosa per Salvini.

RENZI E GRILLO SALDI AL COMANDO

Ma la verità è che mentre aumentano i nemici di Renzi e Grillo, i due leader, a loro modo continuano a tenere salda la competizione a due. Solo le prossime amministrative in due città simbolo come Milano e Roma sapranno dirci come stanno vagamente le cose. Nel frattempo si fa politica nelle piazze e nei teatri, luoghi da sempre di cultura e aggregazione, ma la realpolitik continua a svolgersi nelle stanze dei palazzi, dove gli strateghi di tutti i partiti ipotizzano, simulano e ragionano sulle possibili prove elettorali.