lunedì 27 dicembre 2010

Sfregio alla Madonnina di San Paolo


26/12/2010 - La notte di Natale per i credenti è uno dei momenti più importanti dell’anno liturgico, poiché torna a nascere Gesù bambino. Purtroppo, però, per i parrocchiani di San Paolo a Fondi, la sveglia della mattina di Natale è stata tutt’altro che felice. Nella notte tra il 24 e il 25, alcuni vandali sono entrati in azione, prendendosela con la statua della Madonna della medaglia miracolosa posta nel piazzale antistante la chiesa. Nello specifico, all’immagine della vergine è stata mozzata la mano destra e lesionato tutto il braccio. Non contenti i teppisti hanno anche provveduto a rompere un altro pezzo di marmo posto di fronte alla statua, all’interno della piccola area verde che la circonda. Il vice parroco padre Luigi Lo Stocco commenta l’accaduto con un detto popolare: “Scherza con i fanti, ma non scherzare con i santi; – continuando – ella ha già perdonato questi malfattori, che si son serviti proprio della notte di Natale per mettere in atto il folle gesto”. I fedeli, invece, insieme al parroco don Mariano Parisella non possono far altro che denunciare l’accaduto come un atto ignobile che getta solamente del discredito su tutta la zona. Quel che è certo è che lo sfregio, tocca la sensibilità di tantissimi cristiani che si sentono attaccati nei loro più intimi sentimenti di fede. “L’atto vandalico ai danni della Madonnina è uno sgarbo che ha bisogno necessariamente di una riparazione, da parte di chi l’ha commesso” commenta padre Luigi Lo Stocco. Tra l’altro, già alcuni giorni fa l’edificio della parrocchia di San Paolo era stato preso di mira dal gruppo che viene chiamato nella zona comunemente come “la banda del rame”. Alcune condotte realizzate con il prezioso metallo, infatti, sono state staccate e portate via nella notte. Ma siccome i furti non sono bastati, ecco anche l'ignobile atto vandalico alla statua della madonnina, che ora rimane lì con una mano mozzata, segno inequivocabile dello scarso rispetto altrui e dell'accaduto della notte di Natale.
Simone Nardone