martedì 23 novembre 2010

Caso Fondi: la Caponnetto bacchetta Maroni, botta e risposta Pedica-Fazzone


23/11/2010 - “Il Ministro dell’Interno Maroni non creda di essersi autoassolto recitando il ruolo di Ponzio Pilato. Con le sue dichiarazioni a Lucia Annunziata nella sua trasmissione a Rai 3 sull’esito del “caso Fondi” egli non si è affatto scrollato di dosso le sue pesanti responsabilità. Anzi le ha aggravate”. Sono queste, le parole pesanti che ha usato l’associazione antimafia Caponnetto, dopo le dichiarazioni di domenica pomeriggio del responsabile del Viminale sul “caso Fondi”. “In un altro Paese, - si legge nella nota ufficiale dell’associazione - un Ministro dell’Interno, sconfessato oggettivamente dall’intero Consiglio dei Ministri,compresi quelli del suo stesso partito, si sarebbe subito dimesso. Ma siamo in Italia. Maroni – sempre secondo l’associazione antimafia – è censurabile anche perché, pur conoscendo benissimo la situazione esistente a Fondi e sull’intero territorio circostante e ragioni e condizioni che hanno determinato quella situazione, al di là delle dichiarazioni, di concreto non ha fatto e non fa assolutamente niente per eliminarla”. Di conseguenza, gli esponenti della Caponnetto consigliano al Ministro che su questo punto, “Farebbe meglio a tacere”. Ma l’associazione antimafia non è l’unica a tornare a parlare del così detto “caso Fondi”. Infatti il senatore dell’Idv Stefano Pedica ha chiesto allo stesso ministro di dire pubblicamente chi votò contro lo scioglimento del Comune di Fondi in Consiglio dei Ministri, “così da fugare i dubbi sulla volontà della Lega di combattere le mafie”. Puntuale la replica del senatore del Pdl di Fondi Claudio Fazzone che risponde al collega del partito di Di Pietro affermando “se realmente Pedica vuole come me che si accerti la verità sul cosiddetto “caso Fondi” chieda alla commissione antimafia di tirare fuori dai cassetti la relazione inviata dal presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, l'unico che ha potuto leggere l'intera documentazione e dunque ha potuto mettere nero su bianco circostanze e dati di fatto. La commissione antimafia – ha concluso Fazzone - esamini i documenti e poi si rechi sul posto per accertare se ciò che è stato detto e scritto in questi mesi per demonizzare un'intera comunità corrisponde al vero oppure no”.
S.N.