Alla C.A. del sindaco di Fondi Beniamino Maschietto
e del vice sindaco e assessore alla Cultura Vincenzo Carnevale
Diceva una persona che ho molto stimato, che è stato un rispettabile professionista e un umile amministratore di questa città, che tra l’altro è stato tra le persone che hanno ispirato in me e in altri cittadini la voglia di sognare di avere la “Casa della Cultura” a Fondi, che quando si deve dire una cosa e si ritiene che questa sia importante, è bene che venga messa nero su bianco. Se questo va fatto con le Amministrazioni pubbliche meglio se questi documenti vengono protocollati. Questa persona era Ettore Capasso.
Pertanto, carissimi sindaco Beniamino Maschietto e vice sindaco Vincenzo Carnevale, mi rivolgo a voi perché ho il timore che le parole, nel corso di questi due anni se l’è portate il vento, ed è mio dovere etico e morale fare un po’ di chiarezza su cos’è la Casa della Cultura. E lo voglio fare scrivendo a titolo personale, perché in qualità di amministratori di una città, sicuramente sapete di quanto tempo e passione ci si mette nelle cose in cui si crede veramente, anche togliendolo al lavoro, agli affetti, a se stessi.
La Casa della Cultura a Fondi è rappresentata da un comitato promotore di circa 20 associazioni a cui si sono unite un’altra decina di associazioni che hanno deciso di fare rete, che da due anni a questa parte, dialogano tra loro e provano a sognare un luogo fisico che si chiami “Casa della Cultura”. Il Comitato promotore non è un Ente giuridico, non partecipa a bandi, non può neppure tesserare soci perché non è un’associazione. È un comitato che da due anni a questa parte ha cercato in ogni dove e in tutte le iniziative di spiegare ciò, di ribadire che tutto il fermento culturale che a Fondi si respira ad ogni evento, è merito per gran parte delle associazioni. Associazioni che rappresentano il cuore pulsante della cultura locale e sono il traino di questo movimento che ha una dinamicità che non si è assopita malgrado le scarsissime disponibilità economiche e che è riuscito a non spegnersi neppure tra i lockdown segnati dalla pandemia.
Eppure, ieri 27 ottobre 2021, nella sede del consiglio comunale di Fondi, il luogo che reputo più alto nel dibattito sociale di una comunità, perché è espressione della democraticità di una città, il Sindaco ha detto che la Casa della Cultura non ha mai avanzato un progetto condiviso su cui poter ragionare. Oltre a questa, sono state dette anche tante altre cose su cui non posso che dover intervenire per spiegare come queste stanno veramente.
Per onore della verità è vero, non abbiamo mai presentato un progetto per veder realizzata la Casa della Cultura in senso pratico e non virtuale. Non lo abbiamo mai fatto perché innanzitutto siamo consapevoli di essere in un territorio nuovo, una strada non battuta. Di idee e progetti di Casa della Cultura ne esistono diversi per l’Italia, ma non c’è al momento un regolamento o un format che possiamo prendere e presentare come tale a una qualsiasi amministrazione, che sia comunale, ma anche regionale o provinciale per poi aspettare se ci sia un’approvazione o un diniego. Parlare di uno spazio polifunzionale aperto a cittadini, artisti e associazioni è ovviamente qualcosa di complesso che non può paragonarsi a un semplice modello pre compilato per ricevere un patrocinio ad un evento.
Però, non è vero che nulla abbiamo fatto. Tralasciando l’incontro in campagna elettorale con lei, sindaco Maschietto – occasione in cui ricordo con soddisfazione che ha anche sottoscritto il manifesto – rammento di come una rappresentanza del Comitato l’ha incontrata quando, in qualità di vice sindaco facente funzioni, il 20 febbraio del 2020 parlammo, in una sala del Comune, delle nostre idee e di come poterle realizzare. Se lei ben ricorda, in quell’occasione abbiamo dato dei consigli, ma ci venne risposto che dovevamo attendere le elezioni e che successivamente l’Amministrazione si sarebbe adoperata.
Il vice sindaco Vincenzo Carnevale, che a detta del primo cittadino in consiglio comunale, ha riferito di non aver mai ricevuto progetti dalla Casa della Cultura, forse non l’avrà ragguagliata sul fatto che dal 20 di novembre del 2020 siamo in attesa di conoscere come voler far nascere un tavolo tecnico che mettesse insieme operatori culturali e quelli turistico-ricettivi della città. Proposta, questa, che lui stesso ci formulò in quell’occasione in cui per via della pandemia ci vedemmo in modalità virtuale in videoconferenza.
Forse, lo stesso vice sindaco e assessore alla Cultura Carnevale non ricorderà che la sera del 19 aprile del 2021, mi chiamò telefonicamente per chiedermi come poter integrare le associazioni del comitato nelle iniziative del “Maggio dei Libri” a cui il Comune voleva aderire. Telefonata conclusa con l’accordo di un immediato futuro aggiornamento telefonico che non è mai avvenuto. Eppure diverse associazioni del Comitato hanno preso parte al cartello del Comune. Le associazioni, ci sono sempre state e sempre ci saranno, guai se non fosse così per la città.
E se di progetti concreti non abbiamo mai parlato, è altrettanto vero che di appelli ne abbiamo fatti fin troppi. L’ultimo, dove il sindaco Maschietto era presente, sono stato io stesso a farlo in occasione della chiusura della Biennale d’Arte di Fondi il 29 agosto scorso. E come ricorderà il sindaco, ho raccontato di come l’idea e il progetto della Casa della Cultura di Fondi attraverso il suo comitato è stato inserito in una tesi di Laurea di una ragazza di fuori regione. In quell’occasione, come il Sindaco sicuramente ricorderà, ho spiegato che noi come associazioni non possiamo che portare un messaggio, ma che sono le Amministrazioni a tutti i livelli che devono farsi carico di un meccanismo così articolato come può essere quello dell’istituzione di una Casa della Cultura in una città.
E ovviamente, in un discorso del genere noi non ci siamo e non ci saremmo mai tirati indietro. Di contro, in questi due anni mi sarei personalmente aspettato un’altra tipologia di attenzione per un comitato composto di almeno 20 associazioni locali, tra l’altro, tra le più attive sul territorio cittadino. Mi sarei atteso, se davvero qualcuno oltre noi del comitato crede in questo progetto, che qualcuno avrebbe lavorato davvero all’istituzione di un tavolo tecnico, se non sul tema culturale-turistico-ricettivo, almeno sulla possibilità e la fattibilità di provare a capire se quel sogno della Casa della Cultura possa trasformarsi in realtà.
Invece, ieri ho sentito il sindaco della nostra città che ha detto che la Casa della Cultura, tradotto, oltre venti associazioni di questo territorio, non rappresentano – riporto il virgolettato – “Nessun progetto, se non condividere quello che questa Amministrazione ha proposto in questo tempo per la cultura”.
Ora, senza entrare nel merito di cosa abbia o non abbia proposto quest’Amministrazione in ambito culturale, argomento che lascio al dibattito politico in cui non voglio entrare, chiedo a questa stessa Amministrazione di immaginare i calendari estivi e invernali senza gli eventi promossi dalle associazioni locali. Perché se quello che rimane è poco, potete ben capire che forse, quanto meno le associazioni tutte di Fondi, aderenti o meno al comitato Casa della Cultura, necessitano davvero di altra attenzione e di toni di confronto, che ahinoi a quanto pare, non ci sono.
Non voglio chiedere delle scuse pubbliche, ma sarebbe un bel messaggio se quest’Amministrazione si rivolgesse direttamente e indirettamente in modo diverso a chi ogni giorno si spende per la cultura in questa città e a chi crede che in questo territorio ci sia bisogno di un discorso più ampio di sistema culturale, un’esigenza a cui un Ente comunale non può non porre attenzione e dunque proporre soluzioni.
Ma un appello al Sindaco, al vice Sindaco e a tutta l’Amministrazione sia di maggioranza che di minoranza in consiglio comunale, lo voglio fare. E lo voglio fare a tutti perché è inutile che discutete sul tema se poi non si passa ai fatti. È un discorso che ribadisco travalica qualsiasi ideologia o divisione politica, perché come ho personalmente detto più volte: guai, a mettere cappelli o colori politici sulla cultura.
L’appello è questo: quest’Amministrazione passerà, cambieranno le persone che rivestiranno i vostri ruoli, come cambierà il nome del coordinatore del Comitato e sicuramente quello dei componenti dello stesso, ma una cosa non cambierà: la voglia di fare cultura e di farla insieme, in modo condiviso e possibilmente in uno spazio dedicato ad essa, un luogo che si chiama Casa della Cultura. Noi, anzi, più voi che noi, avete l’opportunità di scrivere una pagina di storia di questa città, non sprecatela, non sprechiamola. Come ha detto il Sindaco al termine del suo intervento che ho seguito con tanta attenzione: non voglio polemizzare – e aggiungo – è una semplice precisazione.
Con l’occasione, vi comunico anche che dall’invio di questa missiva non sono più il coordinatore del comitato promotore della Casa della Cultura. È una decisione che non avrei mai voluto prendere e mai avrei voluto prendere in questo modo.
Ma se in due anni la mia figura non ha saputo produrre nulla di concreto, neppure far comprendere a questa Amministrazione qual è il ruolo del comitato promotore, ne prendo atto, e spero che il comitato rinnovando nei prossimi giorni le cariche sia in grado di individuare una persona pronta a instaurare un nuovo e rinnovato dialogo con le istituzioni.
Perché il motto è e rimane sempre lo stesso: prima la Casa della Cultura, poi tutto il resto.