Alla C.A. del sindaco di Fondi Beniamino Maschietto
e del vice sindaco e assessore alla Cultura Vincenzo Carnevale
Diceva una persona che ho molto stimato, che è stato un rispettabile professionista e un umile amministratore di questa città, che tra l’altro è stato tra le persone che hanno ispirato in me e in altri cittadini la voglia di sognare di avere la “Casa della Cultura” a Fondi, che quando si deve dire una cosa e si ritiene che questa sia importante, è bene che venga messa nero su bianco. Se questo va fatto con le Amministrazioni pubbliche meglio se questi documenti vengono protocollati. Questa persona era Ettore Capasso.
Pertanto, carissimi sindaco Beniamino Maschietto e vice sindaco Vincenzo Carnevale, mi rivolgo a voi perché ho il timore che le parole, nel corso di questi due anni se l’è portate il vento, ed è mio dovere etico e morale fare un po’ di chiarezza su cos’è la Casa della Cultura. E lo voglio fare scrivendo a titolo personale, perché in qualità di amministratori di una città, sicuramente sapete di quanto tempo e passione ci si mette nelle cose in cui si crede veramente, anche togliendolo al lavoro, agli affetti, a se stessi.
La Casa della Cultura a Fondi è rappresentata da un comitato promotore di circa 20 associazioni a cui si sono unite un’altra decina di associazioni che hanno deciso di fare rete, che da due anni a questa parte, dialogano tra loro e provano a sognare un luogo fisico che si chiami “Casa della Cultura”. Il Comitato promotore non è un Ente giuridico, non partecipa a bandi, non può neppure tesserare soci perché non è un’associazione. È un comitato che da due anni a questa parte ha cercato in ogni dove e in tutte le iniziative di spiegare ciò, di ribadire che tutto il fermento culturale che a Fondi si respira ad ogni evento, è merito per gran parte delle associazioni. Associazioni che rappresentano il cuore pulsante della cultura locale e sono il traino di questo movimento che ha una dinamicità che non si è assopita malgrado le scarsissime disponibilità economiche e che è riuscito a non spegnersi neppure tra i lockdown segnati dalla pandemia.