31 ottobre 2018
di Simone Nardone
Chi non nasce sul mare non può capire cosa si prova a viverci, o ad averlo lì e poterci arrivare in 5 minuti a piedi o in macchina. Non può capirlo perché il mare è sole, è refrigerio, è mitezza, è vita. L’altro giorno, però, quel 29 ottobre che rimarrà scolpito nelle menti di molti e nella storia del sud pontino, proprio dal mare, è arrivata l’ondata di maltempo che ha portato distruzione e devastazione, nonché morte.Terracina, con tutte le difficoltà del caso prova a rialzarsi. Sui social si rilanciano post e foto del “prima” e “dopo”, ma è il presente quello che fa più male, perché mostra le ferite di qualcosa che nessuno si aspettava. A Sperlonga si lavora per rimettere tutto in sicurezza, mentre alcune zone appaiono ancora come se fossero state attraversate da un bombardamento. Negli altri comuni si contano i danni e si fa i conti con un timore: e se dovesse succedere in futuro?