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venerdì 12 gennaio 2024
UNA BORRACCIA PER LA VITA
Hanno parlato tanto di quella borraccia, di quel passaggio, di quel gesto, se fosse o meno fair play oppure se, come ritengono molti, si sia trattato solo di qualcosa di costruito.
Quel 6 luglio del 1952, ero lì, sul tracciato di quella storica tappa del Tour de France. Sul passo del Galibier non eravamo tanti a vedere sfrecciare quei due beniamini quasi uno accanto all’altro.
Certo, si passarono la borraccia, e sì, parlavano con qualcuno della carovana del tour. Chi la diede a chi e chi e cosa fu detto a loro non lo so. Perché un attimo dopo la borraccia cadde dalle mani dei due e rotolò a bordo strada.
Qualcuno osservava dalle auto della corsa gialla perché c’era questo bambino che correva a prenderla, ma quella borraccia era un talismano che non si poteva lasciare andare.
Ancora oggi, ogni tanto quel bambino, diventato adulto, la prende in mano, e come gli oggetti antichi raccontano una storia fatta di miti e leggende, allo stesso modo quella borraccia sussurra un episodio che purtroppo non c’è mai stato, ma che in tanti sognano ad occhi aperti.
Si narra che sfiorandola, qualcuno veda Coppi e Bartali anziani, su una veranda di una baita in montagna, che bevono un drink e litigano; sì, perché i due avevano questo strano rapporto rispettoso ma duro, di rivalità. Un alterco lungo, arcigno, sorridente e vero che li riporta ai tempi passati, tutto per discutere di chi aveva passato a chi quella famosa borraccia. Un lungo battibecco concluso con la rassegnazione di entrambi, perché la cassaforte della verità, non sempre serve aprirla, quando in realtà la narrazione collettiva ha già dato una risposta che neppure i protagonisti vogliono confutare.
Simone Nardone
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