Scritto da Simone Nardone |
Lunedì 22 Aprile 2013 |
Non tutti gli italiani, in quell’istituzionalmente storico 20 aprile 2013 erano incollati dinanzi la tv a seguire il sesto e decisivo scrutinio per eleggere il Presidente della Repubblica.
Non tutti si trovavano in patria, molti anche quelli all’estero per motivi di vacanza o di lavoro. Tra questi Antonio, uomo di mezz’età si trovava a Boston, Usa, in vacanza a casa di John, amico di lunga data. Antonio, non è andato a votare lo scorso febbraio, alle elezioni politiche, ma è un tipo che ama sapere ed interessarsi e per questo, sabato, aveva “costretto” l’amico americano a cercare e a trovare lo streaming di Sky tg 24 per seguire passo passo il decisivo scrutinio per decretare chi fosse il nuovo inquilino del Colle.
Al primo servizio pre-spoglio, John, che di italiano ne mastica un po’ con fare insospettito inizia a porre quesiti ad Antonio: “Spiegami, ma chi è Marini? Perché al primo scrutinio era il favorito e poi non è stato più votato”. Sguardo di circospezione di Antonio, a caccia delle giuste parole “Allora, Marini era favorito perché i due principali partiti di destra e sinistra si erano messi d’accordo per votarlo, nella speranza di fare il governo insieme dopo”. “Ma se si erano messi d’accordo – chiedeva l’americano – perché non l’hanno votato?”. “Perché il partito di Marini, quello di sinistra, al momento del voto si è diviso tra chi voleva fare il governo con la destra e chi no, e quindi non l’hanno votato” rispondeva sicuro l’italiano. “Non fa una piega – proseguiva con l’analisi John che poi rilanciava – e poi Prodi, perché l’ex premier non l’hanno eletto?”. “Semplice – rispondeva Antonio – perché con Prodi si sarebbero perse le possibilità di fare un governo destra e sinistra insieme, quindi Belusconi non l’ha votato e anche nel partito suo in molti che avevano detto che lo votavano non l’hanno fatto”. “Semplice…facile…no adesso non capisco – con fare interdetto replicava John – Marini non andava bene perché il partito non voleva l’alleanza con la destra, Prodi non andava bene perché non voleva l’alleanza con la destra?” “Esatto” sperava di concludere sicuro Antonio. “Scusa, e Rodotà allora? Chi lo vota?” incuriosito incalzava l’americano. “Rodotà - spiegava sicuro Antonio - è il candidato di Grillo, che prima faceva il comico e ora fa politica. Ma Rodotà non è un comico, anzi è un illustre giurista, è stato anche parlamentare e presidente di uno dei partiti storici della sinistra che poi hanno dato vita al principale partito di sinistra di oggi, il Pd”. “Ah…e scusa, se Rodotà è di sinistra perché la sinistra non lo vota”. “Mah, perché una parte della sinistra moderna non lo vuole e non troverebbe di certo i voti nella destra che non vota gli ex comunisti”. “Diciamo che adesso è più chiaro, anche se un po’ strano”sottolineava John poco prima dello spoglio.
Poi la Boldrini inizia: “Napolitano, Giorgio Napolitano, G. Napolitano. Napolitano Giorgio”. Fino all’applauso del 504° voto. Ultim’ora in sovr’impressione parla chiaro: “Storica rielezione: Napolitano Presidente”.
Breve identikit, il servizio del rinnovo del settennato e John esterrefatto si gira verso Antonio chiedendo: “Fammi capire: ma avete rieletto uno di 87 anni che dovrebbe rimanere in carica per altri 7 ani, che tutti criticavano fino a due settimane fa per come stava gestendo la crisi? E soprattutto, Napolitano non era Comunista? Come ha fatto ad essere eletto con i voti della destra? E perché l’altro partito della sinistra non l’ha votato?” “Ehi John calma, so che può sembrar strano – pacatamente rispondeva Antonio poggiando una mano sulla spalla dell’amico – ma in Italia questo e molto altro può anche succedere e solo gli italiani capiscono come tutto questo in Italia possa realmente accadere”.
Questo e molto altro, invece, è quello che possiamo solo immaginare anche se non è accaduto, perché vivere di verità inspiegate e di storie non raccontate è la favola della politica nostrana.
*riproduzione riservata*
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Una Favola italiana
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